Starbucks in Piazza Duomo. E’ ora di fare il raccolto di Farmville

Starbucks in Piazza Duomo. E’ ora di fare il raccolto di Farmville

palmebanani2-324x176 Starbucks in Piazza Duomo. E' ora di fare il raccolto di Farmville Cronaca Milano Prima Pagina   Qualche mese fa, quando la catena Starbucks aveva impiantato palme e banani in piazza Duomo erano nate tante polemiche. Poi i giornali si sono quietati e le palme e i banani sono cresciuti. Non si può dire che ci si è abituati. Quella installazione rimane sempre un qualcosa che disturba la simmetria e l’immagine di piazza Duomo. Luglio dovrebbe essere il mese in cui palme e banani hanno il maggior sviluppo, invece quelle di piazza Duomo hanno un aspetto strano, disordinato e sofferente. Tra le palme potremmo dire che ce l’ha fatta una  ogni cinque. I banani sembrano loro stesso sorpresi di essere vivi, e le ortensie paniculate dai fiori bianchi, che hanno sostituito le piante dai fiori rosa, sono cresciute in modo disordinato e prostrato. Fanno anche una certa impressione gli spruzzatori di acqua vaporizzata che sono stati installati sulle palme. Servono a mantenere un ambiente umido ma sullo sfondo grigio, quando entrano in funzione danno l’idea del fumo di un incendio da autocombustione.

Un giardinetto di Farmille troppo maturo

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I giardinetti di Piazza Duomo ricordano molto da vicino un campo di Farmiville, il gioco online del contadino in cui bisogna raccogliere i frutti nel momento giusto per non far appassire e morire irrimediabilmente le piante virtuali. In Piazza Duomo è come se qualcuno si fosse dimenticato di raccogliere e di curare il giardinetto e avesse messo il pilota automatico. Uno sguardo attento fa pensare a cosa fare per salvare il salvabile. Dando aria alle palme, trapiantando  quelle più sofferenti in luoghi dove possano riprendersi prima di morire definitivamente, e mettendo al loro posto delle sane e robuste ortensie azzurre, con un buon substrato di concime e di torba, potrebbe diventare carino. Per i banani mi spiace. Le loro foglie solitarie, che si alzano fra le altre piante, mostrano una tale disperata voglia di vivere nonostante tutto, che vien voglia di correre in loro soccorso. Sembra che gridino: “Aiuto, sono qui, portatemi via, salvatemi! Non chiedo di fare una banana o di riprodurmi. Voglio solo vivere. Per favore, salvami”.
Si ha pietà per gli animali, delle leggi proibiscono di maltrattarli. Non si capisce perchè debba invece essere permesso di far soffrire le piante, in quel modo indecente, a spese del Comune e dei milanesi, e anche del turismo.

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