Lingua lombarda. Sul tetto di palazzo Lombardia con Davide van de Sfroos

Lingua lombarda. Sul tetto di palazzo Lombardia con Davide van de Sfroos

davide-van-de-sfroos-300x195 Lingua lombarda. Sul tetto di palazzo Lombardia con Davide van de Sfroos Costume e Società Cultura   Il 39esimo piano di palazzo Lombardia è il tetto, a 120 metri da terra. Una piattaforma tecnica arredata con tubi e vetri che in occasioni speciali è trasformata in sala convegni. Convegni speciali, durante i quali sbocciano i pensieri.  Si è in alto e lo sguardo può davvero vagare su tutta Milano. Il grattacielo Pirelli, di fronte, è piccolino, il fratello minore. Il posto giusto per i progetti dei poeti e i sognatori. Ed è qui che Davide van de Sfroos, nome d’arte di Davide Bernasconi, è arrivato a parlare della lingua lombarda insieme a un altro grande della cultura milanese, l’attore Roberto Marelli. Il soggetto è la lingua lombarda e la sua difesa. Avevamo annunciato questo convegno in Davide van de Sfroos in piazza Lombardia a parlar lombard.

La protagonista è la lingua lombarda

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La nuova legge regionale sulle culture ha definito le regole necessarie a proteggerla. Il prof. Tamburelli ha ricordato che l’Unesco ha definito il lombardo come una delle lingue a rischio di estinzione. I punti importanti della discussione fra uomini di cultura e politici sono stati di fatto due. Il primo verte sul modo d’inserire le numerose parlate lombarde, tutte sorelle ma con vocaboli e accenti innegabilmente diversi, nel più ampio cappello della lingua regionale lombarda. Con un unico promotore diventa più semplice divulgare e preservare  tutte le parlate. “Il mio assessorato si chiama culture, autonomie e identità.” L’uso del plurale  non è casuale. “Ognuno deve avere la sua autonomia, anche culturale.”  Questa sorta di federalismo delle lingue lombarde è uno dei grossi scogli culturali da superare. Chi studia le lingue locali è sempre partito dal concetto che un bergamasco e milanese non si capiscono.  E’ considerato necessario ribaltare il punto di partenza e di dar valore e promuovere tutte le parlate, raccolte in un unico sistema.

Il secondo punto di discussione è la proposta di coinvolgere anche le altre regioni, perchè adottino una legge simile per la promozione delle lingue regionali. Con il Veneto esiste già un facile accordo. La storia della Repubblica di Venezia ha portato a preservare la sua lingua nazionale, ancora ampiamente utilizzata. La testimonianza di Davide van de Sfroos, a questo punto è stata determinante. Il poeta cantautore può essere definito il patrono dei “suoni dei popoli”, come ha definito le lingue locali. Un bellissimo intervento che merita una discussione a parte.

L’importanza del bilinguismo

Fra  molti passaggi del suo discorso, il professor Tamburelli ha sottolineato che dove c’e bilinguismo ci sono vantaggi culturali e cognitivi. Ritarda di almeno 5 anni l’insorgenza dell’ Alzheimer.  Per bilinguismo si intende la conoscenza e l’uso comune di più di una lingua sin dall’infanzia. Conoscere e usare abitualmente almeno una lingua locale, quindi, oltre all’italiano, permetterebbe d’imparare meglio, e più in fretta, anche le altre lingue.

La chiusura del convegno è stata benedetta da un buffet di prodotti lombardi che erano una vera e propria preghiera. Dal suono delle lingue lombarde si è passati al gusto. Tra scaglie di parmigiano reggiano, cuori di gorgonzola, mousse di zucca e torta sbrisolona, lo spirito lombardo si è innalzato ben oltre il tetto di palazzo Lombardia.

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